Spesso si usa pensare che la messa a fuoco sia una mera pressione sul pulsante di scatto e che il resto lo faccia la fotocamera.
Dietro questo aspetto si cela un sistema molto più complicato che può essere agevolato con tecniche particolari. Innanzitutto, però, è bene tenere presente che esistono due aspetti importanti in grado di influenzare la messa a fuoco: la quantità di luce presente sulla scena e l'apertura massima dell'obbiettivo. La scarsità di luce può compromettere il sistema AF anche delle fotocamere professionali, che potrebbe essere agevolato dalla luminosità dell'obbiettivo, ovvero dalla sua apertura massima. Un obbiettivo f2.8 avrà più probabilità di migliori risultati rispetto a un f4. Tuttavia, obbiettivi con aperture molto elevate, come f1.2 o 1.4 rendono molto difficile una messa a fuoco precisa a causa della ridottissima profondità di campo disponibile alla massima apertura. Gli obbiettivi si contraddistinguono per avere una breve o lunga corsa, ovvero la rotazione della ghiera per muovere il piano di fuoco all'interno dell'immagine. Un obbiettivo con corsa più ampia sarà più lento nella messa a fuoco automatica, ma è più indicato per una messa a fuoco manuale più precisa. Una tecnica per agevolare questo aspetto, spesso usata nella fotografia sportiva, è quella del pre-focus, che consiste nel mettere a fuoco un punto in cui dovrebbe passare il vero soggetto da fotografare: premendo a metà il pulsante di scatto la fotocamera eseguirà la messa a fuoco e, al sopraggiungere del vero soggetto, la fotocamera eseguirà solo una piccola correzione. Un sistema AF con molti punti di messa a fuoco attivati sarà funzionale con soggetti posizionati su sfondi puliti, ma sarà messo in crisi con sfondi confusi. Selezionando un punto singolo o un piccolo gruppo di punti la fotocamera restituirà meno errori.
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AuthorCiao a tutti, Archives
May 2016
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