Se tutti gli obbiettivi con lunghezza focale inferiore a 50 mm sono considerati grandangoli, tutti quelli con lunghezza al di sopra sono considerati teleobbiettivi. Più precisamente, sono definiti teleobbiettivi quando la diagonale che attraversa il fotogramma restituisce un angolo di campo inferiore a 47°. Sono obbiettivi in grado di restituire visioni ingrandite dei soggetti, senza avvicinarsi ad essi. Sono particolarmente indicati per la fotografia naturalistica, dove soggetti, come gli animali, potrebbero essere messi in fuga da una presenza troppo vicina o quando diventa pericoloso avvicinarsi troppo ad essi, specialmente se si tratta di un safari fotografico. Sono molto usati anche nella fotografia sportiva, dove non è possibile avvicinarsi troppo agli atleti per cogliere la loro prestazione. Nel caso della fotografia da ritratto, invece, sono apprezzati per la loro tendenza a sfocare lo sfondo, mettendo in evidenza il soggetto, e per la mancanza di distorsione ottica. La distanza con cui si possono eseguire dei buoni ritratti, garantisce anche la possibilità di mettere i soggetti a proprio agio, soprattutto se non stiamo parlando di professionisti abituati a farsi riprendere, poiché un obbiettivo troppo vicino li può rendere troppo rigidi e, quindi, poco fotogenici. I teleobbiettivi macro garantiscono riprese ravvicinate di insetti senza disturbarli. Oltre a tutte queste caratteristiche riguardanti il soggetto, i teleobbiettivi permettono anche di intervenire in modo interessante anche sugli sfondi, sfruttando l'angolo di campo per inserire il soggetto in una zona ristretta e omogenea e raggiungendo una profondità di campo più limitata sono utili a sfocare lo sfondo. Con i teleobbiettivi è bene ricordare che l'area di messa a fuoco cambia al variare della lunghezza focale, quindi sarà necessario impostare il fuoco dopo ogni zoomata per evitare inconvenienti sgradevoli.
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AutoreCiao a tutti, Archives
March 2014
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