Con l'approfondimento precedente abbiamo stabilito che l'apertura del diaframma controlla la quantità di luce in grado di raggiungere il sensore. Il tempo, allo stesso modo, può essere fissato per fare in modo che al sensore arrivi la stessa quantità di luce definita con l'apertura del diaframma. Il tempo generalmente si misura in frazioni di secondo, ma può arrivare anche a diversi minuti, soprattutto in condizioni di assenza di luce, in cui è necessaria un'impostazione che superi i canoni degli automatismi fissati sulla macchina (in genere, in automatico, le reflex raggiungono un massimo di esposizione pari a 30 secondi). Con il tempo è possibile anche definire il modo in cui il movimento, del soggetto o della fotocamera stessa, sarà restituito nell'immagine. Con tempi veloci (es: 1/2000 sec.) sarà possibile congelare il movimento di un soggetto in movimento, mentre con tempi lenti (es: 1/2 sec.), saranno evidenziati gli effetti di mosso. Come nel caso della priorità di diaframmi, la priorità di tempi è una modalità di scatto semi-automatica. Fissando il tempo di esposizione, la fotocamera calcolerà l'apertura di diaframma adeguata a quel tempo. Questa modalità è ideale per le foto d'azione. Il tempo dovrà essere impostato in relazione al tipo di soggetto, alla sua velocità e a quanto spazio potrebbe occupare nel fotogramma. La componente creativa poi, determinerà la necessità di congelare l'immagine per bloccarne il movimento o di esaltarne l'effetto movimento. Tra le tecniche più conosciute da abbinare alla modalità di scatto priorità di tempi c'è il panning, in grado di restituire dinamismo alle azioni. La tecnica consiste nel seguire con la fotocamera il soggetto in movimento, mantenendo la stessa velocità: il risultato sarà garantito da un affinamento della tecnica e dalla centratura tra la velocità di spostamento della fotocamera e la velocità del soggetto.
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May 2016
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