Le variabili che contribuiscono a garantire nitidezza all'immagine sono numerose. Le principali spaziano dalla scelta della coppia tempo-diaframma alla qualità ottica dell'obbiettivo, dall'accuratezza della messa a fuoco alla nitidezza applicata dalla fotocamera in post-produzione. Tuttavia, una mano ferma e ben salda è fondamentale per ottenere immagini nitide. In questi casi, in cui si parla di fotografia a mano libera, è essenziale applicare la regola generale secondo cui il tempo di posa debba essere equivalente o più rapido del reciproco della lunghezza focale. Ciò equivale a dire che con una lunghezza focale di 200 mm, il tempo più lento da usare dovrà essere 1/200 di secondo; con una lunghezza focale di 50 mm, sarà di 1/50 di secondo. Questa regola è applicabile solo alle fotocamere full-frame (sensore 24x36), mentre con sensori più piccoli, dove l'angolo di campo è più ristretto, gli effetti involontari di vibrazione sono più amplificati e quindi il tempo più lento dovrà essere più veloce al reciproco della lunghezza focale. Il tempo può essere calcolato anche in questo caso moltiplicando la lunghezza focale per il fattore di moltiplicazione della fotocamera e applicando il reciproco come tempo. Il fattore di moltiplicazione della fotocamera è quel coefficiente che moltiplicato per le dimensioni del sensore reali, da come prodotto 24x36. Per esempio, una fotocamera con sensore 16x24, avrà un fattore di moltiplicazione pari 1,5 (16x1,5=24; 24x1,5=36). L'impiego di obbiettivi con stabilizzatore aumentano ulteriormente la possibilità di ottenere immagini nitide. Queste ottiche sono dotate di un sistema interno di basculamento in grado di contrastare gli effetti del movimento. In condizioni di luce scarsa la soluzione migliore è l'uso di un treppiedi, che, comunque, rappresenta anche la soluzione migliore anche in condizioni di luce buona. L'uso del treppiedi permette di impostare valori ISO bassi, equivalenti a immagini prive di rumore, di scegliere l'impostazione di diaframma più congeniale, che influenza notevolmente la nitidezza e la profondità di campo. Maggiore sarà la profondità di campo e maggiore sarà la superficie nitida dell'immagine. Valori di diaframmi come f16 e f22 garantiscono maggiore profondità di campo, viceversa valori come f2,8 restituiscono una ridotta profondità di campo. L'impostazione più stretta di diaframma, tuttavia, non coincide con una nitidezza assoluta. Con queste aperture i tempi sono molto più lenti e il manifestarsi della diffrazione priva le immagini di definizione. I risultati migliori si ottengono pertanto con aperture intermedie che spaziano da f8 a f16. Anche l'accuratezza della messa a fuoco è fondamentale. Affidarsi all'autofocus permette di ottenere buoni risultati di partenza, ma è necessario conoscere gli effetti delle modalità impostati. La modalità statica consente di scattare solo quando una parte dell'immagine è a fuoco. La modalità dinamica regola costantemente la messa a fuoco seguendo il movimento del soggetto. Nel mirino è possibile impostare anche la zona di messa a fuoco, che dovrà coincidere con l'area di maggiore interesse della scena che si vuole fotografare.
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AuthorCiao a tutti, Archives
May 2016
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